Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi, un'usanza, peraltro, sopravvissuta anche in alcune regioni dell'Italia settentrionale. Da qui l'usanza del trick-or-treat (in italiano "dolcetto o scherzetto?"). Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.
Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?". Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. L'etimologia Halloween deriva da All Hallows Eve, che vuole dire Vigilia di Tutti i Santi festa che ricorre, appunto, il 1º novembre. Poiché la figura dei santi è tipicamente cristiana, quindi posteriore alla religione druidica, un etimo fantasioso nato tra i cultori del Neopaganesimo fa derivare la parola da All allows even, cioè la sera in cui tutto è permesso, inclusa la credenza che i defunti che escano dalle tombe per far visita ai vivi. L'improbabilità di questa etimologia risede nel fatto che la parola Halloween è attestata per la prima volta in epoca molto recente, nel XIX secolo, esclusivamente negli USA.
E' cosi aumentano sensibilmente il numero delle feste organizzate per il 31 Ottobre, giorno ( anzi notte! ) della ricorrenza. Anche se il fenomeno riguarda al momento solo le grandi città, non è escluso che in futuro possa diventare sempre più una tradizione "Made in Italy".
Ingredienti:
250g di zucca; 170g di burro; 1 uovo; 1 bicchierino di liquore all'arancia; 530g di farina "00"; 200g di zucchero; un pizzico di sale; la buccia grattugiata di un limone; una bustina di lievito per dolvi; una bustina di vanillina.
Per decorare:
Glassa arancione; crema spalmabile al cioccolato.
Preparazione:
Lessate la zucca in poca acqua. Scolatela e trasferitela in poca acqua in una casseruola con 50g di zucchero e il liquore. Lasciate asciugare sul fornello per 10 minuti, quindi riducetela in purea. Fate raffreddare. Impastare tutti gli ingredienti, formate un panetto e ponetelo a raffreddare in frigo per 30 minuti. Con il matterello stendete la pasta, quindi con il taglia pasta a forma di zucca incidete i biscotti. Trasferiteli sulla placca del forno foderata di carta oleata e infornate a 180°C per 20/23 minuti. Quando i biscotti saranno cotti sfornateli e lasciare raffreddare su una gratella.
Decorazione:
Ricoprite i biscotti con la glassa arancione, poi lasciateli solidificare e con la crema al cioccolato completare il decoro della zucca.
Glassa:
350g di zucchero a velo; 30g di succo di limone; 30g di albume.
Setacciare lo zucchero a velo in una ciotola, unite l'albume e il succo di limone, lavoratelo con una frusta finchè il composto sarà omogeneo. Proteggete la glassa con la pellicola per evitare che si secchi.
Per questa preparazione, però, ho usato del cioccolato bianco sciolto a bagnomaria e aggiunto il colorante arancione.
Zucca fritta in pastella
Con la zucca rimasta prepariamo delle fettine sottili e immergiamole in un composto con uovo sbattuto e un pizzico di sale. Le imbeviamo e le trasferiamo nella farina tipo "00". Le friggiamo in olio caldo finchè non si saranno dorate.